La Direttiva 1999/92/CE, con l’obiettivo della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori, impone al datore di lavoro una valutazione delle zone potenzialmente a rischio di esplosione e la conseguente adozione delle opportune misure di sicurezza e prevenzione, nel caso in cui sussista la possibilità di pericolo. La scelta delle apparecchiature destinate all’impiego in aree valutate come “a rischio esplosione” dovrà pertanto ricadere su prodotti conformi alla Direttiva ATEX.
La Direttiva ATEX 2014/34/UE è stata recepita in Italia con D.Lgs. 85 del 19 Maggio 2016 e si applica ai prodotti messi in commercio e/o in servizio dal 20 Aprile 2016. Si applica ai prodotti messi in commercio e/o in servizio dal 20 Aprile 2016, definendo le responsabilità dei principali operatori economici (art. 6, 7, 8 e 9 della Direttiva Atex 2014/34/UE) e le modalità di certificazione dei prodotti (art. 13 della Direttiva Atex 2014/34/UE).
Esa Studio effettua la classificazione delle aree con pericolo di esplosione, secondo la Norma CEI EN IEC 60079:2021.
Il datore di lavoro è, inoltre, tenuto a redigere un documento sulla protezione contro le esplosioni, in cui saranno registrati i risultati ottenuti dalla valutazione delle zone pericolose e tutti gli interventi messi in atto, fra cui la prevenzione della formazione di miscele esplosive, la segnalazione del pericolo e l’installazione di impianti adeguati.
Il rischio nelle aree con atmosfera esplosiva è ben differente in funzione della durata per cui questa può effettivamente verificarsi. Un ambiente in cui il gas o la polvere sono presenti in concentrazione pericolosa per poche ore l’anno, non può essere considerato al pari di un’area in cui la miscela pericolosa è sempre presente.
A tal proposito, le Norme delle serie EN 60079 ed EN 61241 definiscono tre differenti zone, in funzione del livello di pericolosità, ed il legame fra queste e la categoria di prodotto installabile.
Ad esempio, negli impianti di aspirazione delle polveri, all’interno dei silos, la presenza dell’atmosfera esplosiva è quasi costante, quindi l’ambiente è classificato come zona 20, ovvero la più restrittiva.
Dove l’atmosfera esplosiva, sotto forma di polvere combustibile nell’aria, ha probabilità d’essere presente occasionalmente durante il normale funzionamento, come ad esempio nelle immediate vicinanze delle aree di carico e scarico delle polveri, l’ambiente è classificato come zona 21.
Le aree in prossimità delle bocche di aspirazione sono, invece, classificate come zona 22, in quanto l’atmosfera esplosiva ha probabilità molto bassa d’essere presente durante il funzionamento ordinario e, se ciò si verifica, è per un tempo molto limitato.
Quest’ultima zona risulta solitamente la più estesa, in quanto rientrano nella classificazione tutte le aree adiacenti a sfiati di involucri di filtri, ad apparecchiature che si aprono raramente e luoghi dove sono stoccati e manipolati sacchi o confezioni.
La classificazione delle aree soggette alla formazione di atmosfere esplosive dovute alla presenza di gas si svolge in modo analogo a quello visto per le polveri.
Le zone identificate in questo caso sono:
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